Nell’anno 1529 sette persone furono imprigionate e torturate nel carcere di Schawabisch Gmund, in Germania. Di alcuni conosciamo i nomi, di altri le professioni, altri ancora sono anonimi: Martin Zehentmayer, pittore; un garzone del mugnaio; una donna. Nell’attesa della morte decisero che ciascuno di loro avrebbe scritto una strofa di un inno, un canto che è giunto fino a noi. La prima strofa così risuona, eco del salmo 86: Io grido a te dal profondo del bisogno / O Dio ascolta la mia supplica / Manda su di noi il tuo Spirito / A confortare la nostra profonda disperazione / Come hai fatto finora, Cristo. / Noi confidiamo nel tuo comando / Ma ora i pagani vogliono ucciderci.
Questi sette credenti erano degli anabattisti. Chi erano gli anabattisti e cosa predicavano? Cosa hanno in comune con noi evangelici del XXI secolo? Quale testimonianza ci hanno lasciato e cosa possiamo imparare da essa?

“Il 21 gennaio del 1525, nei pressi di Zurigo, George Blaurock, dopo aver confessato la sua fede in Gesù Cristo, chiese a Conrad Grebel di battezzarlo. In quello stesso giorno altri furono battezzati: l’Anabattismo era ufficialmente iniziato. La sua carta di identità sarà la seguente: il battesimo dei credenti come segno di una fede matura e consapevole, la chiesa dei credenti come comunità di donne e uomini uguali e responsabili, il discepolato come sequela del Cristo, la pace e la nonviolenza, la separazione tra Stato e Chiesa, la libertà di coscienza. Questi temi identitari saranno anche il motivo di una persecuzione ecumenica – sia da parte cattolica sia da parte protestante- che trasformeranno migliaia di donne e di uomini in rifugiati per motivi di fede e spesso anche in martiri.” (Raffaele Volpe, articolo del 27 novembre su Riforma).

L’idea di un percorso di riflessione interdenominazionale che si snoderà fino al 2025 con conferenze, libri, incontri e dibattiti verrà presentata l’11 dicembre, alle ore 19, sulla piattaforma Zoom (alla pagina https://osarelafede.wordpress.com/2020/10/28/example-post-3 vi sono tutte le informazioni per come partecipare all’evento). Il tema dell’incontro è: Il cammino della memoria e della riconciliazione.

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Per approfondire ecco qualche libro:

La nostra collaborazione con Azione Pacchetto Regalo risale a quattro anni fa.

Durante il convegno delle donne a Poggio Ubertini nello spazio dedicato a chi propone progetti o iniziative, alcune di noi, presenti al convegno, sono rimaste colpite dall’attività di ACP e in particolare da questo progetto. Abbiamo allora deciso di proporlo al gruppo delle donne in chiesa e, con l’approvazione e la partecipazione di tutte, è diventato ormai un impegno annuale. Il primo anno abbiamo contribuito con 30 pacchi per adulti e 30 per bambini, il secondo anno con 40 e 40, il terzo con 50 e 50 e quest’anno, data l’attuale situazione e l’impossibilità di donare i pacchi agli adulti (secondo l’indicazione della stessa ACP), parteciperemo solo con i pacchi per bambini, realizzandone 60.

Ma in cosa consiste esattamente il progetto Azione Pacchetto Regalo?

Si tratta, come scrive Silvia di ACP, di “un’iniziativa benefica che da decenni è consolidata all’estero con l’allestimento di 70 mila pacchi e che coinvolge chiese, associazioni, gruppi giovanili, aziende, ecc… Essa si fonda su due dei tre pilastri di ACP, ovvero assistere e aiutare i bisognosi e portare il Vangelo (il terzo pilastro è assistere i cristiani perseguitati). In Italia, il progetto Azione Pacchetto Regalo è iniziato nel 2015 incontrando l’adesione di numerose chiese sparse su tutto il territorio che confezionano i pacchi seguendo scrupolosamente una lista di generi richiesti in modo da garantire una certa uniformità. I pacchi-dono realizzati sono destinati a bambini e adulti italiani appartenenti alla fascia sociale più debole e a nuclei familiari seguiti dai Servizi Sociali, per la maggior parte risiedenti a Napoli, Roma e anche Torino. Sono le chiese locali ad occuparsi della distribuzione gratuita dei pacchi in modo da gettare le basi per costruire una relazione di affetto e di cura. Solo in seguito le persone così raggiunte vengono invitate a partecipare ad eventi evangelistici. Grazie ai pacchi-dono l’opera evangelistica diventa pratica e concreta. Per chi ha una vita disagiata, è poco stimato ed emarginato, ricevere un regalo è un inconsueto gesto d’amore e ha un impatto sicuramente grande”.

Come gruppo di donne abbiamo sempre sentito l’esigenza di unire allo studio della Parola di Dio, attività di tipo più pratico e abbiamo sempre servito la comunità preparando buffet per gli eventi organizzati, mercatini, ecc… Per questo, quando ci è stato proposto questo progetto non ce lo siamo fatto ripetere due volte e abbiamo aderito con entusiasmo. Non ci siamo limitate a portare le cose necessarie o a donare del denaro. Per noi questo progetto è stata l’occasione per inventarci iniziative finalizzate alla raccolta di fondi per procurarci i generi richiesti e per coinvolgere amici e parenti, non appartenenti alla comunità.

Tanti cappellini di lanaAnche quest’anno l’adesione al progetto Azione Pacchetto Regalo si è arricchita di un’esperienza collaterale: la creazione di un gruppo eterogeneo composto da alcune donne della comunità, alcune volontarie di AILO (American International League of Florence), alcune ospiti e operatrici della Casa di Riposo Il Gignoro, e amiche, impegnate nella realizzazione di fantasiosi cappellini a maglia e all’uncinetto, uno degli articoli optional da inserire nei pacchi-dono. Non potendoci incontrare fisicamente ci teniamo in contatto con incontri on line e con un gruppo WhatsApp che fino a pochi giorni fa si chiamava “60 cappellini per Natale” e che oggi si chiama “120 portacellulari”.

La voglia di continuare a lavorare insieme, anche se a distanza, era tanta che ci siamo inventate un altro progetto: la realizzazione di borsette che saranno un dono per Natale agli ospiti della Casa di Riposo. Di questo passo, chissà quale sarà il prossimo progetto! Ma qualcosa nell’aria potrebbe già esserci…. Ovviamente non tutti riusciamo a coinvolgerci nello stesso modo a causa del tempo, delle nostre capacità e di altro ancora, ma crediamo che ognuno possa trovare il proprio. Sicuramente accompagnare questo progetto con la preghiera, affinché i pacchi-dono possano diventare un’occasione per tante persone bisognose, materialmente ma anche spiritualmente, di incontrare il Signore. Inoltre, continuare a contribuire al progetto destinando del denaro come abbiamo fatto con le buste quando ci siamo incontrati per il culto in presenza. Basterà inviarlo al conto corrente c/c n° 377509 intestato a Chiesa Cristiana Evangelica, IBAN IT 83F 01030 38015 000000377509 di Banca MPS Ag. Le Sieci specificando nella causale “DONO per ACP”.

E’ vero che per quest’anno i pacchi sono ormai arrivati in dirittura di arrivo, ma il nostro desiderio è non interrompere la collaborazione con ACP e con le altre realtà che si sono unite a noi e che hanno già condiviso l’idea di realizzare per il prossimo anno dei simpaticissimi guanti in lana. Come deluderle?!

Laura e Rossana

Prima di tutto ringrazio la chiesa dei fratelli di Firenze e tutte le persone di buona volontà che contribuiscono all’andamento di questa importante opera.

SHALOM MINISTRY OF NATIONS è un ministero che sta cercando di aiutare gli orfani, i giovani senza speranza e persone in difficoltà in Costa d’Avorio. La chiesa dei fratelli di Firenze che mi ha accolto e dato ospitalità, e le persone che hanno capito il desiderio del mio cuore e la chiamata che il Signore mi ha dato, partecipano attivamente con soldi e doni al progresso di questa visione.

Io e tutta la mia squadra in Costa d’Avorio ringraziamo tutti quanti. Invitiamo chi vuole aiutare persone in difficoltà a sostenerci perché questa è una buona terra in cui seminare e preghiamo che i semi porteranno frutto!

Gaston

Settimana prossima iniziano i nostri gruppi in casa. Maggiori informazioni arriveranno in tempo per questo fine settimana.

Se avete domande potete sentire il vostro responsabile di gruppo.

Quest’anno studieremo l’evangelo di Giovanni insieme. Sabato 19 settembre abbiamo avuto un incontro online col Professore di Nuovo Testamento della Facoltà Valdese di Teologia Eric Noffke che ci ha introdotto questo vangelo. In particolare si è soffermato su problemi specifici che emergono nello studio del libro.

Alcuni non potevano essere presenti e quindi per un tempo limitato sarà possibile scaricare la registrazione dell’incontro. Avete 7 giorni di tempo!

Scaricate la registrazione qui (WeTransfer)

Eric Noffke ha studiato in Italia e negli Stati Uniti e ha ricevuto il titolo di Dottore in Teologia all’università di Basilea. Prima di essere nominato professore ha ricoperto il ruolo di pastore in varie comunità in Italia per circa quindici anni. È presidente della Società Biblica in Italia e membro del comitato di traduzione per i progetti “Nuovo Testamento in traduzione letteraria” e “Bibbia della Riforma”. Già coordinatore della commissione Essere Chiesa Insieme della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e membro della commissione della Tavola Valdese per il dialogo con le chiese pentecostali ADI. I suoi ambiti di ricerca sono il Nuovo Testamento, il Medio Giudaismo e la letteratura apocrifa. Sua ultima pubblicazione è Beati i poveri – Dalla legislazione mosaica alla predicazione di Gesù nel Vangelo secondo Luca uscita per le edizioni San Paolo (2020).