Domenica 19 dicembre inizieremo il nostro culto alle ore 10:15 nel nostro giardino con alcuni canti di natale e letture da parte dei ragazzi della scuola domenicale.

Vi chiediamo di venire in orario, entrare attraverso il portone principale con le procedure ormai consolidate, per poi passare in giardino.

Dopo i canti riprenderemo il nostro culto di lode all’interno della sala.

È dal 2018, anno in cui fu realizzato a Trivento, che sognavamo di poterlo realizzare anche alla casa di riposo Il Gignoro. E chi l’avrebbe detto che proprio durante uno dei momenti più difficili per una casa di riposo come sono stati questi lunghi mesi a causa del Covid, il nostro sogno sarebbe potuto diventare realtà? E tutto questo grazie alla solidarietà di tantissime persone che ci hanno donato lana, consegnato quadratini, si sono unite alla nostra combriccola delle sferruzzatrici e ci hanno incontrato al knitting caffè presso il Cirkoloco per lavorare insieme. Stiamo adesso procedendo ad una raccolta fondi per sostenere le spese della struttura ed ogni contributo, seppur minimo, potrà esserci di grande incoraggiamento.

Il progetto “Albero di Natale Viaggiante”, nasce dalle attività di un gruppo di persone e volontari che condivide la passione per il lavoro a maglia al servizio di scopi benefici: la combriccola delle sferruzzatrici. La Casa di Riposo il Gignoro di Firenze, opera della Diaconia Valdese, sostiene la realizzazione di un’opera collettiva ideata da questo gruppo, cioè un albero variopinto, composto da tanti quadratini di lana, da porre nel giardino esterno della struttura, in via del Gignoro 40.

Un albero di sei metri, ricoperto di quadratini di uncinetto, illuminato e visibile al passaggio dei cittadini del quartiere e di chi vorrà visitarlo, sulla scorta dell’esperienza dello spettacolare albero di Natale di Trivento. Simboli di ritorno alla vita e alla luce e segno di bellezza e calore per il quartiere e per quelle strutture per anziani che vorranno poi ospitarlo per le ricorrenze natalizie dei prossimi anni.

La realizzazione di questa opera ha per l’ente proponente una finalità importante nell’obiettivo di rilanciare il ruolo delle Case di Riposo come luoghi di vita e creatività, dandone visibilità nel territorio e valorizzando le abilità delle persone anziane e lo scambio di competenze nell’incontro tra generazioni.

Questa campagna è finalizzata a cercare donazioni che rendano possibile coprire i costi vivi di realizzazione dell’albero, dopo che nei mesi passati sono state attivate iniziative collaterali che hanno permesso di ricevere donazioni in beni e soprattutto la possibilità di riunire le persone per lavorare a maglia insieme, partecipando ai Kittning Cafè.

E’ possibile seguire e sostenete il progetto attraverso la pagina FB del Gignoro facebook.com/lacombriccoladellesferruzzatrici o avere maggiori informazioni al 331 1819672.

Il progetto ha la collaborazione del Q.2 del Comune di Firenze.

Un natale senza gioia?

Tenetevi liberi per le ore 17.30 di domenica 27 dicembre!

Venite e invitate i vostri amici a una serata divertente con musica di natalecanti di natale del coro virtuale dei ragazzi della scuola domenicale, un breve pensiero sul tema e poi giochi da fare insieme in allegria. Il tutto online!

Noi ce la metteremo tutta per gioire e divertirci tutti insieme!

Chiuderemo la serata con un brindisi e con l’esposizione di torte/biscotti natalizi fatti in casa!
“Portate” il vostro dolce natalizio fatto in casa e il vostro calice, alcolico/analcolico, come preferite!

Potete trovare il link e altre informazioni alla pagina dell’evento!

Ecco la cartolina digitale con cui invitare i tuoi amici su Facebook, WhatsApp o sul tuo social preferito!

Gesù bambino in una mangiatoia

Anche quest’anno pare che le vetrine e i negozi si siano “portati avanti” con gli addobbi e le idee regalo.

La neve artificiale scoppiata dai cannoni si contrappone drasticamente ai 25 °C esterni, che facevano ben sperare nel ritorno di un’estate troppo corta.

Ma cosa esattamente accade in queste settimane che precedono il Natale?

Una festività che coinvolge tutti, grandi e piccoli, credenti e agnostici, italiani e stranieri, …

Una festività in cui nascono iniziative di solidarietà, in cui si auspica tutto l’impegno possibile nei dialoghi per la pace, sia essa domestica che internazionale …

… insomma una festività in cui, come spesso si suole dire, siamo tutti più buoni.

Non volendo svalutare tutti questi aspetti che provengono dalle nostre sensibilità e che hanno realmente “del buono”, resta il fatto che essi non incidono minimamente sulla nostra situazione spirituale, quella che riguarda la parte più intima di noi, quella cioè che ha a che fare con l’anima.

Ed è così che la rilettura del senso del Natale va assottigliandosi via via con atti e parole che abbracciano sia nobili ideali che atti consumistici.

Ma quanto resta di quel bambino che nasce , come profugo, e che non rispecchia i canoni del vincente, che anzi sovverte le aspettative e che dichiarerà “Io sono la via , la Verità e la Vita”?

Quanto resta di quel bambino che parla di un Padre che ama ogni persona in modo individuale e che desidera avere una relazione personale con ognuno, e che, per ciò, non necessita di nessun altro filtro o mediatore se non quello della croce che, nel tempo della morte, ha “abitato” proprio quel bambino posto in una mangiatoia, in terra straniera?

Il Natale è il tempo in cui ricordiamo che il Dono ci è stato fatto, che l’Amore è divenuto carne e ha abitato in mezzo a noi, che ci ha indicato la Via da intraprendere, ci ha raccontato la Verità su noi stessi e sull’amore del Padre, donandoci la Vita.

Solo così è possibile capire che quel bambino che nasce a Natale è la sola chiave di accesso al Padre: nei nostri rapporti con Dio, cioè, non possiamo né guadagnare né meritare nulla. Ed è proprio l’ammissione della nostra indigenza spirituale che permette a Dio di raggiungerci in Verità e speranza, dandoci la certezza che il Dono ora appartiene a noi personalmente. Resta dunque una questione di scelta, personale e non procrastinabile.

Gesù bambino in una mangiatoia

Gesù, un nome come tanti al tempo, figlio di un carpentiere di Nazareth, nato in una stalla e praticamente sconosciuto fino ai trent’anni, inizia a predicare e in tre anni sconvolge il mondo. In bene o in male?

I suoi concittadini lo guardano con sospetto – Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?- molti rimangono stupiti dalla sua autorità e moltissimi cercano di farsi guarire.

Ma definirlo non è semplice perché se ascoltiamo bene le sue parole, ci mette davanti ad una scelta radicale: imbroglione o Figlio di Dio? Profeta ebreo o Messia, cioè colui che viene a salvare? L’attesa di un salvatore, una promessa che riguardava il popolo d’Israele, è diventata un evento dalle proporzioni mondiali. Il figlio del falegname afferma di essere morto e risorto per il mondo. Non solo morto (ed è anche difficile da dimostrare archeologicamente), ma anche risorto!!!

Unica porta, scala, via per arrivare a Dio; pane di vita, luce del mondo: certo non sono definizioni molto accomodanti, di compromesso.

Con Gesù le mezze dichiarazioni non funzionano.

Se è stato un uomo buono, un maestro di vita, ha detto cose molto scomode e radicali: Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà.

Se è stato un profeta come un altro, un guaritore itinerante: perché la sua memoria ci interroga ancora?

Perché i suoi seguaci hanno percorso il mondo con un annuncio chiamato la Buona Notizia?

Perché insistono a leggere e rileggere un libro antico come la Bibbia?

Certo non possiamo dimenticare l’impatto storico e politico del cristianesimo, che diventa religione di stato dell’Impero romano. Dobbiamo raccontare dei secoli che hanno visto la chiesa diventare sempre più forte e potente, capace di creare ed imporre la sua cultura religiosa. Dobbiamo parlare di chi ha tradito e tradisce il messaggio della Buona Notizia.

Eppure le parole del Cristo sopravvivono alla fine degli imperi e alle rivoluzioni, ai secoli intolleranti e al generale disinteresse del mondo moderno, arrivando fino a noi.

E Gesù di Nazareth ci domanda ancora oggi: E voi chi dite che io sia?