La vera notizia è che se ne parli ancora dopo più di 2000 anni…

Gesù bambino in una mangiatoia

Gesù, un nome come tanti al tempo, figlio di un carpentiere di Nazareth, nato in una stalla e praticamente sconosciuto fino ai trent’anni, inizia a predicare e in tre anni sconvolge il mondo. In bene o in male?

I suoi concittadini lo guardano con sospetto – Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?- molti rimangono stupiti dalla sua autorità e moltissimi cercano di farsi guarire.

Ma definirlo non è semplice perché se ascoltiamo bene le sue parole, ci mette davanti ad una scelta radicale: imbroglione o Figlio di Dio? Profeta ebreo o Messia, cioè colui che viene a salvare? L’attesa di un salvatore, una promessa che riguardava il popolo d’Israele, è diventata un evento dalle proporzioni mondiali. Il figlio del falegname afferma di essere morto e risorto per il mondo. Non solo morto (ed è anche difficile da dimostrare archeologicamente), ma anche risorto!!!

Unica porta, scala, via per arrivare a Dio; pane di vita, luce del mondo: certo non sono definizioni molto accomodanti, di compromesso.

Con Gesù le mezze dichiarazioni non funzionano.

Se è stato un uomo buono, un maestro di vita, ha detto cose molto scomode e radicali: Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà.

Se è stato un profeta come un altro, un guaritore itinerante: perché la sua memoria ci interroga ancora?

Perché i suoi seguaci hanno percorso il mondo con un annuncio chiamato la Buona Notizia?

Perché insistono a leggere e rileggere un libro antico come la Bibbia?

Certo non possiamo dimenticare l’impatto storico e politico del cristianesimo, che diventa religione di stato dell’Impero romano. Dobbiamo raccontare dei secoli che hanno visto la chiesa diventare sempre più forte e potente, capace di creare ed imporre la sua cultura religiosa. Dobbiamo parlare di chi ha tradito e tradisce il messaggio della Buona Notizia.

Eppure le parole del Cristo sopravvivono alla fine degli imperi e alle rivoluzioni, ai secoli intolleranti e al generale disinteresse del mondo moderno, arrivando fino a noi.

E Gesù di Nazareth ci domanda ancora oggi: E voi chi dite che io sia?

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