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Domenica 19 dicembre inizieremo il nostro culto alle ore 10:15 nel nostro giardino con alcuni canti di natale e letture da parte dei ragazzi della scuola domenicale.

Vi chiediamo di venire in orario, entrare attraverso il portone principale con le procedure ormai consolidate, per poi passare in giardino.

Dopo i canti riprenderemo il nostro culto di lode all’interno della sala.

Un natale senza gioia?

Tenetevi liberi per le ore 17.30 di domenica 27 dicembre!

Venite e invitate i vostri amici a una serata divertente con musica di natalecanti di natale del coro virtuale dei ragazzi della scuola domenicale, un breve pensiero sul tema e poi giochi da fare insieme in allegria. Il tutto online!

Noi ce la metteremo tutta per gioire e divertirci tutti insieme!

Chiuderemo la serata con un brindisi e con l’esposizione di torte/biscotti natalizi fatti in casa!
“Portate” il vostro dolce natalizio fatto in casa e il vostro calice, alcolico/analcolico, come preferite!

Potete trovare il link e altre informazioni alla pagina dell’evento!

Ecco la cartolina digitale con cui invitare i tuoi amici su Facebook, WhatsApp o sul tuo social preferito!

Foto dei pacchi pronti

La nostra collaborazione con Azione Pacchetto Regalo risale a quattro anni fa.

Durante il convegno delle donne a Poggio Ubertini nello spazio dedicato a chi propone progetti o iniziative, alcune di noi, presenti al convegno, sono rimaste colpite dall’attività di ACP e in particolare da questo progetto. Abbiamo allora deciso di proporlo al gruppo delle donne in chiesa e, con l’approvazione e la partecipazione di tutte, è diventato ormai un impegno annuale. Il primo anno abbiamo contribuito con 30 pacchi per adulti e 30 per bambini, il secondo anno con 40 e 40, il terzo con 50 e 50 e quest’anno, data l’attuale situazione e l’impossibilità di donare i pacchi agli adulti (secondo l’indicazione della stessa ACP), parteciperemo solo con i pacchi per bambini, realizzandone 60.

Ma in cosa consiste esattamente il progetto Azione Pacchetto Regalo?

Si tratta, come scrive Silvia di ACP, di “un’iniziativa benefica che da decenni è consolidata all’estero con l’allestimento di 70 mila pacchi e che coinvolge chiese, associazioni, gruppi giovanili, aziende, ecc… Essa si fonda su due dei tre pilastri di ACP, ovvero assistere e aiutare i bisognosi e portare il Vangelo (il terzo pilastro è assistere i cristiani perseguitati). In Italia, il progetto Azione Pacchetto Regalo è iniziato nel 2015 incontrando l’adesione di numerose chiese sparse su tutto il territorio che confezionano i pacchi seguendo scrupolosamente una lista di generi richiesti in modo da garantire una certa uniformità. I pacchi-dono realizzati sono destinati a bambini e adulti italiani appartenenti alla fascia sociale più debole e a nuclei familiari seguiti dai Servizi Sociali, per la maggior parte risiedenti a Napoli, Roma e anche Torino. Sono le chiese locali ad occuparsi della distribuzione gratuita dei pacchi in modo da gettare le basi per costruire una relazione di affetto e di cura. Solo in seguito le persone così raggiunte vengono invitate a partecipare ad eventi evangelistici. Grazie ai pacchi-dono l’opera evangelistica diventa pratica e concreta. Per chi ha una vita disagiata, è poco stimato ed emarginato, ricevere un regalo è un inconsueto gesto d’amore e ha un impatto sicuramente grande”.

Come gruppo di donne abbiamo sempre sentito l’esigenza di unire allo studio della Parola di Dio, attività di tipo più pratico e abbiamo sempre servito la comunità preparando buffet per gli eventi organizzati, mercatini, ecc… Per questo, quando ci è stato proposto questo progetto non ce lo siamo fatto ripetere due volte e abbiamo aderito con entusiasmo. Non ci siamo limitate a portare le cose necessarie o a donare del denaro. Per noi questo progetto è stata l’occasione per inventarci iniziative finalizzate alla raccolta di fondi per procurarci i generi richiesti e per coinvolgere amici e parenti, non appartenenti alla comunità.

Tanti cappellini di lanaAnche quest’anno l’adesione al progetto Azione Pacchetto Regalo si è arricchita di un’esperienza collaterale: la creazione di un gruppo eterogeneo composto da alcune donne della comunità, alcune volontarie di AILO (American International League of Florence), alcune ospiti e operatrici della Casa di Riposo Il Gignoro, e amiche, impegnate nella realizzazione di fantasiosi cappellini a maglia e all’uncinetto, uno degli articoli optional da inserire nei pacchi-dono. Non potendoci incontrare fisicamente ci teniamo in contatto con incontri on line e con un gruppo WhatsApp che fino a pochi giorni fa si chiamava “60 cappellini per Natale” e che oggi si chiama “120 portacellulari”.

La voglia di continuare a lavorare insieme, anche se a distanza, era tanta che ci siamo inventate un altro progetto: la realizzazione di borsette che saranno un dono per Natale agli ospiti della Casa di Riposo. Di questo passo, chissà quale sarà il prossimo progetto! Ma qualcosa nell’aria potrebbe già esserci…. Ovviamente non tutti riusciamo a coinvolgerci nello stesso modo a causa del tempo, delle nostre capacità e di altro ancora, ma crediamo che ognuno possa trovare il proprio. Sicuramente accompagnare questo progetto con la preghiera, affinché i pacchi-dono possano diventare un’occasione per tante persone bisognose, materialmente ma anche spiritualmente, di incontrare il Signore. Inoltre, continuare a contribuire al progetto destinando del denaro come abbiamo fatto con le buste quando ci siamo incontrati per il culto in presenza. Basterà inviarlo al conto corrente c/c n° 377509 intestato a Chiesa Cristiana Evangelica, IBAN IT 83F 01030 38015 000000377509 di Banca MPS Ag. Le Sieci specificando nella causale “DONO per ACP”.

E’ vero che per quest’anno i pacchi sono ormai arrivati in dirittura di arrivo, ma il nostro desiderio è non interrompere la collaborazione con ACP e con le altre realtà che si sono unite a noi e che hanno già condiviso l’idea di realizzare per il prossimo anno dei simpaticissimi guanti in lana. Come deluderle?!

Laura e Rossana

Gesù bambino in una mangiatoia

Anche quest’anno pare che le vetrine e i negozi si siano “portati avanti” con gli addobbi e le idee regalo.

La neve artificiale scoppiata dai cannoni si contrappone drasticamente ai 25 °C esterni, che facevano ben sperare nel ritorno di un’estate troppo corta.

Ma cosa esattamente accade in queste settimane che precedono il Natale?

Una festività che coinvolge tutti, grandi e piccoli, credenti e agnostici, italiani e stranieri, …

Una festività in cui nascono iniziative di solidarietà, in cui si auspica tutto l’impegno possibile nei dialoghi per la pace, sia essa domestica che internazionale …

… insomma una festività in cui, come spesso si suole dire, siamo tutti più buoni.

Non volendo svalutare tutti questi aspetti che provengono dalle nostre sensibilità e che hanno realmente “del buono”, resta il fatto che essi non incidono minimamente sulla nostra situazione spirituale, quella che riguarda la parte più intima di noi, quella cioè che ha a che fare con l’anima.

Ed è così che la rilettura del senso del Natale va assottigliandosi via via con atti e parole che abbracciano sia nobili ideali che atti consumistici.

Ma quanto resta di quel bambino che nasce , come profugo, e che non rispecchia i canoni del vincente, che anzi sovverte le aspettative e che dichiarerà “Io sono la via , la Verità e la Vita”?

Quanto resta di quel bambino che parla di un Padre che ama ogni persona in modo individuale e che desidera avere una relazione personale con ognuno, e che, per ciò, non necessita di nessun altro filtro o mediatore se non quello della croce che, nel tempo della morte, ha “abitato” proprio quel bambino posto in una mangiatoia, in terra straniera?

Il Natale è il tempo in cui ricordiamo che il Dono ci è stato fatto, che l’Amore è divenuto carne e ha abitato in mezzo a noi, che ci ha indicato la Via da intraprendere, ci ha raccontato la Verità su noi stessi e sull’amore del Padre, donandoci la Vita.

Solo così è possibile capire che quel bambino che nasce a Natale è la sola chiave di accesso al Padre: nei nostri rapporti con Dio, cioè, non possiamo né guadagnare né meritare nulla. Ed è proprio l’ammissione della nostra indigenza spirituale che permette a Dio di raggiungerci in Verità e speranza, dandoci la certezza che il Dono ora appartiene a noi personalmente. Resta dunque una questione di scelta, personale e non procrastinabile.

Gesù bambino in una mangiatoia

Gesù, un nome come tanti al tempo, figlio di un carpentiere di Nazareth, nato in una stalla e praticamente sconosciuto fino ai trent’anni, inizia a predicare e in tre anni sconvolge il mondo. In bene o in male?

I suoi concittadini lo guardano con sospetto – Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?- molti rimangono stupiti dalla sua autorità e moltissimi cercano di farsi guarire.

Ma definirlo non è semplice perché se ascoltiamo bene le sue parole, ci mette davanti ad una scelta radicale: imbroglione o Figlio di Dio? Profeta ebreo o Messia, cioè colui che viene a salvare? L’attesa di un salvatore, una promessa che riguardava il popolo d’Israele, è diventata un evento dalle proporzioni mondiali. Il figlio del falegname afferma di essere morto e risorto per il mondo. Non solo morto (ed è anche difficile da dimostrare archeologicamente), ma anche risorto!!!

Unica porta, scala, via per arrivare a Dio; pane di vita, luce del mondo: certo non sono definizioni molto accomodanti, di compromesso.

Con Gesù le mezze dichiarazioni non funzionano.

Se è stato un uomo buono, un maestro di vita, ha detto cose molto scomode e radicali: Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà.

Se è stato un profeta come un altro, un guaritore itinerante: perché la sua memoria ci interroga ancora?

Perché i suoi seguaci hanno percorso il mondo con un annuncio chiamato la Buona Notizia?

Perché insistono a leggere e rileggere un libro antico come la Bibbia?

Certo non possiamo dimenticare l’impatto storico e politico del cristianesimo, che diventa religione di stato dell’Impero romano. Dobbiamo raccontare dei secoli che hanno visto la chiesa diventare sempre più forte e potente, capace di creare ed imporre la sua cultura religiosa. Dobbiamo parlare di chi ha tradito e tradisce il messaggio della Buona Notizia.

Eppure le parole del Cristo sopravvivono alla fine degli imperi e alle rivoluzioni, ai secoli intolleranti e al generale disinteresse del mondo moderno, arrivando fino a noi.

E Gesù di Nazareth ci domanda ancora oggi: E voi chi dite che io sia?